lunedì 3 febbraio 2014

I SALINAI DI TRAPANI

Non combatterei mai contro questo!

"Appuntato proceda, faccia entrare il prossimo e vediamo di sbrigarci, che qui si muore di caldo!" "Dice faccia entrare il prossimo, maresciallo, ma qui sono in quindici, chi faccio entrare?" "Ma che ne so, Spatuzza, che ne so! Guarda, trovamene uno che parla italiano per favore, che dai primi tre non c'ho capito una minchia!". 
"Giustizia Giovanni, ai vostri ordini." "Maresciallo Pepe, prego si sieda. Allora, Giustizia Giovanni, nato a..." "Trapani il 13 aprile 1920"
"Allora vediamo se finalmente riusciamo a capire cos'è successo alla salina tre giorni fa, il 30 aprile..."
"Il 29, maresciallo, è cominciato tutto il 29" "Il 29? Vabbè il 29, questa è nuova, ma procediamo. Per quale diavolo di motivo Vasco Cirò s'è messo a sparare dal mulino?" 
"Mah, guardi, Cirò è il mulinaro migliore di tutta la salina, mulinaro il padre, mulinaro il nonno, ma evidentemente tre generazioni di salsedine ne hanno fatto uscire uno un pò bacato di testa, e quindi niente, voleva salpare col mulino." "Voleva salpare col mulino? Ma come voleva salpare?" "Salpare si, non si dice così in italiano? Quello che fanno le barche dai porti, salpare!" "Voleva salpare col mulino, benissimo! E' tutta la mattina che ascolto testimoni, e solo ora esce fuori che questo pensava che il mulino fosse una nave! Non ci posso credere! Senta, lei che parla in una lingua compresibile, mi faccia capire questa storia, perchè qui non ci si capisce niente".
"Ah, ma io la storia gliela racconto, però l'avverto, a me in salina mi chiamano "libbirtati di parrata", libertà di parola, perchè parlo molto. In salina parlo solo io, gli altri stanno tutti zitti: in quindic'anni che sto lì di alcuni non ho mai neanche sentito la voce, non parlano mai; pensi che una volta che mi sono rotto un piede, sono stato a casa un mese ed un mio collega s'è scordato l'italiano!" "Guardi a questo punto la giornata è rovinata, maledetto caldo e maledetto me che mi sono fatto spedire in Sicilia!"

"Quindi da dove comincio...Vabbè, insomma, il mulinaro è essenziale in salina, fa praticamente il lavoro di cento uomini. Sa che ci stanno queste vasche enormi d'acqua marina no?" "E' rilevante? Cerchi di attenersi ai fatti." "Eccome se è rilevante! Adesso le spiego: l'acqua di mare entra in questa vasca enorme, che noi chiamiamo fridda, attraverso una grande saracinesca sul mare, e poi da questa prima vasca l'acqua viene piano piano smistata alle altre vasche più piccole che si chiamano rispettivamente..." "Senta, di grazia, non mi interessa come si chiamano le vasche!" "Ma come non le interessa? Certo che le interessa, stiamo parlando del mulinaro, e quello non fa mica la farina, fa il sale! Quindi, da questa prima vasca l'acqua passa ad un'altra che chiamiamo d'acqua cruda, e li comincia ad evaporare, e poi a delle vasche intermedie, dette le ruffiane, e da queste alla vasca d'acqua fatta..". "Sì, ma il mulinaro in tutto questo...". "...E dalla vasca dell'acqua fatta, dove ormai siamo ormai vicini alla saturazione, si arriva alle vasche salanti dove termina il processo di cristallizzazione del sale." "Grazie al cielo, direi...". "E tutto questo praticamente lo fa il mulinaro, che dal mulino aziona queste grosse spire, sa le viti di Archimede?". "No, non lo so, ma la prego non me lo spieghi!". "Vabbè, mentre parlo le faccio un disegno, perchè è importante. Praticamente aspirano l'acqua da una vasca all'altra, e sono azionate dall'energia del mulino. Comunque, alla fine si va tutti insieme, in squadre da venti, a queste vasche salanti e si raccoglie il sale, a sacchi da trenta chili sulle spalle, e si fanno dei cumoli da tre-quattrocento tonnellete, che poi lasciamo ad asciugare per qualche settimana coperti da tegole di terracotta. E poi ritorna in gioco di nuovo il mulinaro: gli si porta il sale al mulino e quello con una grossa macina lo trita e pesta fino a che gli dicono che va bene. Ma qui però parliamo di Vasco Cirò, non di un mulinaro qualsiasi, e a quello del sale non gliene importa niente! Per lui conta solo il mulino, arriva per primo tutte le mattine e sta mezz'ora a guardare il cielo, le nuvole ed il volo degli uccelli, si succhia le dita, indica il cielo e poi comincia a borbottare commenti e bestemmie che non posso riferire, se vuole le scrivo qui, sotto il disegno delle pompe a spirale?". "Scriva, scriva, tanto ormai...".

 "Quindi, svolto questo rito mattutino, a cui tutti noi assistiamo con ancora il sapore del caffè in bocca, prende e sale sul tetto del mulino, e li, sporgendosi come un incosciente, si mette a trafficare con le pale, disponendole alla giusta inclinazione per intercettare il vento, e poi, se c'è poco vento, prende delle vele di tela, che crediamo tutti faccia rammendare alla moglie di notte, e con quelle rinforza le pale. E non le dico che scene scattano in tutta la salina quando ad ottobre il vento cambia ogni due ore, e quello, ogni due ore, corre come un pazzo, gridando sempre le stesse cose che le sto scrivendo qui, e di nuovo sale, inclina, olia, rinforza. Niente, questo per farle capire che quello si sente un marinaio, pensa al vento, alle corde, alle vele, vaglielo a spiegare che in fondo siamo contadini. Certo, coltiviamo acqua di mare, e da questa raccogliamo i frutti, ma non ce n'è uno di noi che è mai andato in barca più in là dell'isola di Marettimo, e quando pure gli è capitato avrà probabilmente ripetuto tutte le bestemmie imparate dal mulinaro. Stiamo sempre coi piedi poggiati sulla terra...oddio, terra proprio no, sale, stiamo sempre coi piedi nel sale, ma comunque facciamo il raccolto, qualcuno addirittura lo chiama vendemmia, poi vabbè che c'entra che se poi lavori col mare...oddio, guardi, se poi mi ci metto a pensare non lo so neanch'io se siamo contadini o marinai!". "E' faticoso sopportarla, lo sa? La imploro torniamo alla mattina del 30 aprile, no, del 29, come dice lei.". "Però adesso lei ha un quadro molto più chiaro no? Lei mi dice la mattina del 29, innanzitutto era pomeriggio, comunque è andata così, ad un certo punto così, forse la salsedine gli avrà asciugato il cervello, il mulinaro prende e di punto in bianco tira una tegolata in testa al curatolo.". "Il curatolo? Intende Tommaso Alcalde, il caposquadra che ha sporto la denuncia?". "E sì, certo, Masino il curatolo. Insomma gli tira questa tegola in testa e poi comincia a correre per tutta la salina, inseguito da tutti e venti gli operai di Masino. Non sa che scena! Quello correva come una lepre e tutti questi dietro! Ogni tanto si faceva raggiungere in una vasca, andava sott'acqua e poi riusciva da dove era entrato, e tutti dietro a rincorrerlo, una scena da pazzi. Avrà attraversato almeno cinque dei canaletti che solcano la salina, in uno addirittura s'è nascosto su una mociara, sa quelle barchette a vela che portano il sale al porto? Non lo sa vero? Gliela disegno qui sotto allora. Corre e corre per tutta la salina ed alla fine raggiunge il mulino, entra dentro ed in pochi secondi barrica la porta e le finestre, chissà da quanto s'era preparato! E quindi poi sale sul tetto, mentre sotto, tutti quelli che lo inseguivano, cercano di sfondare la porta, lo insultano e gli tirano tegole e blocchi di sale. Si arrampica fino alle pale, le sistema, le accarezza, ad una addirittura spezza un raggio, chissà perché, e poi ci dispone sopra delle vele bellissime, verde acqua, con uno stemma dorato sopra. Da sotto quelli proseguono a lanciargli di tutto, mentre noialtri ci mettiamo intorno a guardare, pure un pò a fare il tifo per lui, è un bravo ragazzo Cirò, e lo sanno tutti nella salina.

 Poi però comincia a strillare, aggrappato ad una delle pale, che vuole salpare, che quello è il suo veliero e lì non ci vuole più stare. Strilla che deve andare in America, che c'ha dei parenti in Argentina, ma vuole vedere pure New York, che tanto stanno vicine, e che lui con quelle vele ci mette al massimo un giorno a superare l'oceano. Delirava è chiaro, e tutti, sotto, che gli strillavano che quello è un mulino, che non si stacca da terra, qualcuno addirittura ha dovuto specificare che secondo lui se si fosse staccato sarebbe crollato ed era pronto a scommetterci! Qualcun'altro invece, e qui mi ci metto anch'io, rideva e lo incoraggiava, si raccomandava di salutargli i parenti in Brasile e a Boston. Era tutto molto divertente finchè da sopra Cirò non ha cominciato a sparare. E' andata così, ad un certo punto issa una bandiera dello stesso colore delle vele sul pennone del mulino e, aggrappato all'asta comincia a sparare in aria. Strilla che quello è il varo della sua nave, minaccia raffiche di cannoni dalle paratie.". "Ma che ci faceva un fucile dentro al mulino?". "Ma sa, due giorni dopo sarebbe stato il primo Maggio...". "Il primo Maggio, sarete mica comunisti?". "Mah, comunisti! Guardi che ormai pure la chiesa ha detto che il primo Maggio è il giorno di San Giuseppe, così che pure i cattolici possano festaggiare.". "Festeggiare, mica sparare!". "Vabbè, come dice lei, e poi comunque dal mulino si spara pure agli aironi ed alle garzette che pullulano in salina...". "Sparate agli uccelli per divertimento?". "Ma è Cirò, gliel'ho detto che è matto, e poi lo fa quasi solo alla festa di San Bartolomeo, il 24 Agosto. Comunque comincia a sparare su chiunque si avvicini al mulino, e non la smette fino a sera, quando alla fine ce ne andiamo tutti dalla salina, perchè, succeda quel che succeda, al tramonto si torna a casa.
 
"E poi va avanti tutta la mattina dopo, ogni tanto torna alle pale, le inclina un pochino, accarezza le vele, controlla tutto, e poi si rimette in finestra col fucile spianato. Ci si mettono d'impegno il curatolo ed il padrone a cercare qualcuno che tenti l'assalto al mulino veliero, ma non trovano nessuno, sia perché, le ho già detto, Cirò è un bravo ragazzo, ma anche, e soprattutto, perché quel bravo ragazzo spara pallottole vere. Il padrone strilla che senza il mulino non si può lavorare, e noi: va bene, vorrà dire che per oggi niente piedi e mani ustionati dalla salsedine! Niente paga, dice lui, la recuperiamo domani, la paga, ma a modo nostro, gli diciamo noi.". "Sto facendo finta di non sentire.". "Ma poi lo sa pure lui che Cirò è un bravo mulinaro, e così bravi non se ne trovano tanti, magari gli passerà, pensa, ed al rientro a lavoro neanche se ne ricorderà più. E' quell'infame del curatolo che ha voluto mettere in mezzo voi forze dell'ordine, anzi quel cornuto direi, dato che Cirò si è chiuso dentro con la Teresa.". "Ed ora chi è questa Teresa?". "Ah, non glielo avevo detto? La Teresa è la moglie del curatolo!". "Firmi questo foglio ed esca per favore.". "Ecco qua, e...ah, dove le lascio il foglio con i disegni e le bestemmie?"

3 commenti:

  1. Divertente e leggero ma allo stesso tempo molto interessante...bravo!!

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  2. ho riso...ho pensato...ho fantasticato...ho un pò sognato....e un pò ero anche triste....ma poi ho riso di nuovo....che bello il mulino volante....!

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  3. A me il maresciallo è simopatico :-)
    Felice

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